Il trasporto merci su strada è una funzione economica vitale per l’approvvigionamento di prodotti e materie prime per imprese e cittadini.
In Italia sono 5,7 milioni gli autocarri in circolazione adibiti al trasporto merci su strada. Quella dell’autocarro, o camion, è una funzione economica vitale per l’approvvigionamento di prodotti e materie prime per imprese e cittadini.
Una storia, quella di questo veicolo, che ha origine in Germania negli ultimi anni dell’800.
La storia dell’Autocarro per il trasporto merci su strada
Le origini
Quello che può essere definito il primo autocarro della storia nacque nel 1896. Costruito dall’industria tedesca Daimler-Motoren-Gesellschaft, il progetto iniziale derivava la sua struttura dai carri del tempo. Infatti, dal veicolo era stata eliminata la parte anteriore destinata all’aggancio degli animali da traino ed, al suo posto, era stato montato tra gli assi delle ruote (in legno) un motore bicilindrico che sviluppava 6 CV di potenza che raggiungeva la velocità di 16 km/h. Poco dopo, i progressi tecnologici permisero di migliorare l’estetica e il comfort del camion. I veicoli si dotarono di una carrozzeria chiusa che proteggeva il guidatore, il motore fu posizionato davanti all’abitacolo, mentre le ruote passarono dal legno alla gomma piena.
Tra la prima e la seconda guerra mondiale
L’importanza dell’autocarro per il trasporto merci su strada divenne ancora più rilevante nei primi due decenni del XX secolo, nei quali si registrò un aumento dei costruttori che si immisero nel mercato. Altro impulso alla progettazione e innovazione tecnologica lo diede la Prima Guerra Mondiale. Infatti, verso la fine degli anni venti, si videro i primi camion dotati di trasmissione ad albero ed i primi pneumatici forniti di camera d’aria.
I motori a benzina non riuscivano ad avere delle potenze particolarmente elevate: di conseguenza anche i carichi utili che si potevano trasportare erano di entità ridotta, raramente superiori alle 3 tonnellate. Le innovazioni più importanti furono introdotte negli anni trenta:
- Il motore fu posizionato davanti e sopra l’asse anteriore. Così migliorò distribuzione del peso sull’automezzo ed aumentò la portata di carico.
- Freni e cerchi in metallo per le ruote, non più solo per l’asse anteriore, ma vennero estesi anche all’asse posteriore del veicolo
- La soluzione delle furgonature: una carrozzeria interamente in metallo e senza divisione esterna tra abitacolo e vano di carico.
Il dopoguerra
Nel secondo dopoguerra si tornò nuovamente a progettare automezzi per uso civile. Infatti, uscirono sul mercato sempre più camion forniti di motore diesel ad iniezione diretta. Negli anni cinquanta si videro i primi motori provvisti di turbocompressore e le potenze ebbero così un’impennata arrivando mediamente intorno ai 200 CV. Negli anni sessanta i progettisti hanno preso in seria considerazione l’importanza dell’autista con lo studio di nuove soluzioni atte a rendere le ore di guida il più sicure e confortevoli possibili.
I camion e il trasporto merci su strada oggi in Italia
Il trasporto merci su strada ha avuto un ruolo centrale durante l’attuale emergenza sanitaria. Infatti, l’autotrasporto ha garantito l’approvvigionamento e la distribuzione di beni sanitari e primari in tutto il paese.
Non è stato semplice trovare il giusto equilibrio tra il garantire la disponibilità di beni e servizi essenziali in tutta Europa e nello stesso momento assicurare la salute dei cittadini, nello specifico viaggiatori e passeggeri.
In questo momento si sta procedendo verso un ritorno alla normalità, ma sempre con uno sguardo rivolto al futuro dove gli autocarri assumono il ruolo di protagonisti nel percorso dell’innovazione tecnologica e della sostenibilità. Elementi imprescindibili per l’evoluzione di un settore che non si è mai fermato.