Ocse: Cresce divario reddito generazionale
In due terzi dei 35 Paesi Ocse crescono le ineguaglianze di reddito tra generazioni. E’ quello che emerge dal rapporto “Come prevenire l’ineguale invecchiamento” pubblicato oggi(18 ottobre) dall’Ocse. Il tasso di povertà nei Paesi Ocse è di 11,4% contro il 13,9% tra i giovani e il 10,6% tra gli over65. L’Italia è il terzo Paese, dopo Giappone e Spagna, per invecchiamento della popolazione, con 38 over65 ogni 100 persone tra i 20 e i 64 anni.
Nel 2050 il nostro Paese avrà 74 over 65enni ogni 100 persone tra i 24 e i 64 anni. La maggior parte di loro sarà povera, visto che andare in pensione sarà quasi un miraggio. Sale anche il divario di reddito e lavoro negli ultimi 30 anni. Il tasso di occupazione è salito del 25% nella fascia 55-64 anni e è crollato dell’11% in quella 18-24 tra il 2000 e il 2016. Divari anche per genere: le donne hanno stipendi più bassi del 20%. Non solo, sono spesso costrette a lasciare il mondo del lavoro per prendersi cura dei familiari. Dalla metà degli anni ‘80 il reddito degli anziani tra i 60 e i 64 anni è cresciuto del 25% in più rispetto alla fascia 30-34enni. L’Ocse scrive: “In Italia le ineguaglianze tra i nati dopo il 1980 sono già maggiori di quelle sperimentate dai loro parenti alla stessa età. E, poiché le diseguaglianze tendono ad aumentare durante la vita lavorativa, una maggiore disparità tra i giovani di oggi comporterà probabilmente una maggiore diseguaglianza fra i futuri pensionati, tenendo conto del forte legame che esiste tra ciò che si è guadagnato nel corso della vita lavorativa e i diritti pensionistici”. Per prevenire, mitigare e far fronte a queste diseguaglianze, l’Ocse suggerisce, in particolare per l’Italia, di fornire servizi di buona qualità per l’infanzia e migliorare l’educazione dei bambini, specie tra i settori più svantaggiati.